La Tenuta

La tenuta di Pagliate

La nostra storia

Di proprietà dei baroni Andreis de Gregorio, che ancora oggi la abitano, è adibita alla coltivazione di risaie. La località è situata in un territorio abitato fin dalla tarda età del bronzo e poi del ferro (cultura di Golasecca), come attestano i ritrovamenti archeologici di frammenti ceramici nel cosiddetto Campo della Madonna conservati al Museo di antichità di Torino.

Storie di duchi e di baroni

Fu in particolare la Chiesa novarese che, attraverso una serie di acquisti di terreni, edifici e diritti giurisdizionali, possedette gran parte del castrum e del territorio del villaggio e ne riscosse i proventi economici. Le proprietà furono organizzate in mansi ed affittate ai contadini locali. I canonici novaresi acquisirono beni dai privati, in particolare dalla famiglia dei da Monticello, i quali, nel corso del XII secolo, vendettero tutte le loro sostanze ed i diritti giurisdizionali dentro e fuori il castello. Sempre in questo periodo gli ecclesiastici si scontrarono con i Gorricio, potente famiglia del Comune di Novara, e le sentenze dei tribunali sia civile che religioso obbligarono i due antagonisti ad una specie di convivenza forzata, nella quale ognuno doveva accettare i diritti signorili altrui e vigilava che fossero rispettati i propri interessi. Dalla metà del Duecento i Gorricio ricoprirono importanti cariche ecclesiastiche ed acquisirono buona parte dei diritti signorili su Pagliate, poteri che mantennero per circa un centinaio d’anni, fino a quando Galeazzo II Visconti divenne padrone della località. I duchi di Milano concessero nuovamente il feudo alla chiesa novarese che nel 1722 lo cedette a Luigi Tornielli di Vergano. Nella prima metà del 1800 la tenuta fu acquistata dal Cavalier Agostino Molino, originario di Mollia nella Valsesia, deputato al Parlamento del Regno di Sardegna, imprenditore nel settore cartario e appaltatore delle Regia Cartiera. Alla sua morte la tenuta  passò per eredità ai baroni Andreis a cui tuttora appartiene.

Da oltre 50 anni

il barone Giovanni Andreis de Gregorio, gestisce direttamente l’azienda, coltivando, in purezza varietale, i risi mediante le tecniche di coltivazione più avanzate e a basso impatto ambientale.

La produzione

La produzione si basa sulla varietà Carnaroli, che viene prodotta ogni anno, intercambiabile con altre varietà a seconda delle richieste del mercato. Il riso dopo essere stato sottoposto ad essiccazione, viene lavorato e confezionato da un trasformatore artigianale appositamente selezionato, che garantisce la purezza e l’originalità del prodotto, per essere poi offerto direttamente al consumatore. A parità delle variabili della produzione dovute all’ andamento delle stagioni, il nostro riso ha una qualità generalmente superiore rispetto alla maggior parte dei risi offerti sul mercato, qualità che al momento del consumo comporta freschezza, sapore particolare, più persistente e qualità nutritive inalterate. Tali caratteristiche sono determinate, oltre che dalle modalità di produzione, dalla omogeneità del prodotto.